Il mio contributo al dibattito sul Trasporto Pubblico Locale nella città metropolitana di Cagliari si rifà a una riflessione dell’attuale sindaco di Bogotà, Enrique Peñalosa, che è stato sindaco già dal 1998-2000 portando avanti importanti interventi di trasformazione della città nella convinzione che “una città evoluta non è quella in cui anche i poveri usano le automobili, ma piuttosto quella in cui anche i ricchi usano il trasporto pubblico”.
La mobilità, nello sviluppo delle città mondiali è una sfida molto particolare, perché diversamente dalla salute, dall’istruzione o dalle abitazioni ha la tendenza a peggiorare man mano che le società diventano più ricche… più che una questione di soldi o tecnologia, è una questione di uguaglianza, di giustizia.
Quando è diventato sindaco, cercando di applicare un principio democratico per cui il bene pubblico prevale sull’interesse privato, e un autobus con 100 persone ha un diritto allo spazio pubblico 100 volte superiore a quello di una sola macchina, ha implementato un sistema di trasporto di massa basato su corsie preferenziali riservate agli autobus.
Una questione politica molto importante è come riuscire a distribuire quella risorsa davvero preziosa che appartiene ad una città, ovvero lo spazio stradale. Come riuscire a distribuirlo tra pedoni, biciclette, trasporto pubblico e automobili?
Questa non è una questione tecnologica, ma politica, e dovremmo tenere a mente che in nessuna costituzione il parcheggio è un diritto costituzionale quando si fa questa distribuzione.
Infatti il modo più efficace per usare uno spazio stradale ridotto e limitato è attraverso corsie esclusive per gli autobus che nello stesso spazio trasportano molte più persone di un’auto privata, e che sono anche un simbolo democratico molto bello perché grazie alle corsie preferenziali, un’immagine della democrazia in azione è quella delle automobili private ferme nel traffico mentre gli autobus le passano vicino nelle corsie preferenziali (e ogni riferimento a viale Marconi è voluto e tutt’altro che casuale avendo previsto la realizzazione delle corsie preferenziali bidirezionali per gli autobus tra Cagliari e Quartu Sant’Elena).
Oggi siamo così tanto abituati alla disuguaglianza (il rapporto OXFAM 2016 che vede restringere a 8 le persone che nel mondo possiedono la ricchezza del 3,6 miliardi di persone) che a volte è davanti al nostro naso e non la vediamo. All’inizio del secolo scorso, le donne non potevano votare, e sembrava normale, nello stesso modo in cui oggi sembra normale vedere un autobus imbottigliato nel traffico. Fortunatamente il mondo sta cambiando.
Le città sono habitat umani, e noi umani siamo pedoni: come i pesci hanno bisogno di nuotare, gli uccelli di volare o i cervi di correre, noi abbiamo bisogno di camminare. C’è un conflitto per lo spazio tra coloro che hanno le macchine e coloro che non le hanno o non le utilizzano. Sta alla buona amministrazione affrontare questo conflitto e gestirlo. In termini di infrastrutture per il trasporto, quello che fa davvero la differenza tra le città evolute e quelle arretrate non sono le grandi autostrade o le metropolitane ma la qualità dei marciapiedi.
Nostro obiettivo per Cagliari, oggi, è realizzare una città più sostenibile e a misura d’uomo, donna e bambino e per farlo occorre riequilibrare la distribuzione degli spazi stradali tra tutti gli utenti, considerando la sproporzione di partenza creata da una pianificazione che ha strutturato lo sviluppo della città metropolitana di Cagliari prioritariamente intorno all’auto privata. E’ in atto una importante inversione di tendenza, e la cura e l’importanza verso il sistema di trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile indicano una direzione che non a caso è finanziata dall’Unione Europea per avere una città più inclusive, intelligenti e sostenibili come da obiettivi di Horizon2020 nella predisposizione del nuovo Piano Urbanistico Comunale e del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile.*
PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO PROT. N. 13 DEL 23.01.2017